Nella propria condizione di infelicità, Leopardi riconosceva un riflesso di una situazione generale della società contemporanea che aveva esaltato la ragione e corrotto e mistificato la natura

Costretto a vivere in un luogo dove il suo animo sensibile si sente prigioniero

L’immaginazione creava e alimentava le illusioni che rendevano lieta e meravigliosa la vita. La duplice direzione del pessimismo leopardiano: da una parte egli continuava ad attribuire l’infelicità alla cognizione del “vero” quindi alla ragione alla civiltà; dall’altra egli riconosceva che l’infelicità non dipende da un allontanamento dell’uomo da un originario stato di felicità (dallo stato di natura), ma che è propria della condizione umana.

'da una natura benigna corrotta dagli uomini con il progresso della ragione e della scienza, a una natura “matrigna” crudele o indifferente'

pessimismo: quello “storico” (l’infelicità conseguenza del prevalere della ragione e della civiltà sulla natura)  e quello cosmico universale (infelicità perenne, intrinseca alla condizione umana)